Dove siamo

Siamo in via Case Sparse 24 a Mondonio di Castelnuovo Don Bosco (Asti), Italy

Mondonio visto dalla campagnaMondonio è sì una frazione di Castelnuovo, ma è in una situazione tutta particolare: è stato comune fino al 1929. Quando il governo per economia, soppresse molti piccoli comuni, aggregò Pino e Mondonio a Castelnuovo. Nel 1946, terminato il regime fascista, si ricostruirono molti dei comuni soppressi, tra cui Pino d'Asti, ma non Mondonio, benché le sue campagne avessero già squillato a festa. Ora diciamo che è amministrato dal Consiglio Comunale di Castelnuovo, poiché quelli di Mondonio conservaro la loro dignità e non diranno mai «Sono di Castelnuovo», ma sempre «Sono di Mondonio». In effetti hanno la parrocchia, hanno la loro bella lapide per i loro Caduti, il loro cimitero, il castello e fino all'anno scorso avevano la loro scuoletta. Si noti la stranezza: mentre la parrocchia di Castelnuovo fa parte della diocesi di Torino, quella di Mondonio fece sempre parte della diocesi di Asti. La chiesa è dedicata a San Giacomo il Maggiore, ma i Parrocchiani per vecchia tradizione celebrano la festa patronale in ottobre in onore della Madonna del Rosario.
Da qualche anno Mondonio ha aggiunto al proprio nome quello di San Domenico Savio, orgogliosi del loro piccolo Santo, che visse e morì nella sua casa di Mondonio e rimase sepolto in quel cimitero, finché i Salesiani lo vollero accanto a Don Bosco, nella basilica di Maria Ausiliatrice. Mondonio lo considerò un affronto, ma ormai Domenico Savio non appartiene più alla borgata, ma alla Cristianità.

Il territorio monferrino

Il paesaggio monferrino – che oggi alterna vigne, campi, boschi e prati, comprese molte tartufaie specializzate – si racconta in un crescendo di filari sulle marne e sui tufi della storia . Qui è una festa la primavera e un trionfo l’autunno, ma tutte le stagioni consentono di sognare, incorniciando l’orizzonte con le maestose visioni delle Alpi, che appaiono vicinissime. L’itinerario di questa Strada del Vino disegna quattro aree tematiche, attraverso cui il visitatore può conoscere e “gustare” i prodotti tipici, la natura, la storia e “l’anima” del Monferrato Astigiano:

  • COLLINE ALFIERI
  • PERCORSO DEL ROMANICO
  • TERRE DEI SANTI
  • TERRE D’ALERAMO

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Vivere la Strada del Vino - I prodotti tipici

Dall’antipasto, al primo, al secondo e ai suoi contorni, al dessert e al dolce, i prodotti del Monferrato Astigiano sono in grado di vestire in modo sontuoso qualsiasi tavolata, a pranzo, a cena ed anche... per la prima colazione.

I salumi pregiati, caratterizzati da una varietà di lavorazioni artigianali che ne moltiplicano per cento le forme e i tipi, si accompagnano ad antipasti vegetali, con verdure “nostrane”, disponibili fresche o al forno, ma anche come sottaceti o in conserva. La tradizione è rappresentata dal presidio Slow Food del peperone di Capriglio e dalla zucca, che dà nome ad una delle Fiere. Ogni paese conserva e propone una propria ricetta degli agnolotti, tra cui si distinguono quelli, assolutamente tipici, d’asino. La carne è quella della rinomata razza Piemontese, proposta cruda e cotta, e del Bue Grasso, con il suo regale Bollito, ma anche della Gallina Bionda e del Cappone. Non mancano i condimenti: il recupero dei settecenteschi uliveti consente di offrire un raffinatissimo olio di oliva, mentre dalla nocciola Tonda e Gentile delle Langhe si ricava il prezioso Nocciolio. Dall’ottimo vino si ricavano pregati aceti.

E’ ricca anche la scelta di formaggi freschi, tra cui la robiola di Cocconato e i numerosi e prelibati caprini prodotti artigianalmente, che possono essere accompagnati da una infinita varietà di mieli. Al momento del dolce, ecco di nuovo la nocciola con cui i panifici locali producono torte e biscotti, ma anche grissini e pane, prodotto che nel Monferrato ha una tradizione conclamata. In tutte le stagioni, poi, il territorio rifornisce la tavola di frutta fresca, tra cui fragole, ciliegie, pesche, mele, pere e susine… E su tutto, il Re della tavola, il tartufo bianco (Tuber Magnatum Pico), di cui i tartufai locali custodiscono gelosamente i luoghi di cerca e per cui larga parte del Monferrato Astigiano è considerato ad alta vocazione, come testimoniato dalle numerose Fiere ad esso dedicate.



Vivere la Strada del Vino - Il patrimonio culturale da scoprire

Le colline attraversate dalla Strada del Vino Monferrato Astigiano ospitano un patrimonio artistico eccezionale, anche se a tutt’oggi poco conosciuto, rappresentato da numerose chiese romaniche, di solito campestri, risalenti al periodo compreso tra il XI ed il XIII secolo. Si tratta di chiese tuttora bellissime, spesso minuscole e costruite a fasce alterne di cotto e arenaria, caratterizzate da resti di decorazioni talvolta bizzarre, con finestre a bifora, bassorilievi, capitelli. Tra queste spiccano l’Abbazia di Santa Maria di Vezzolano, il più famoso monumento romanico del Piemonte, San Secondo di Cortazzone, San Nazario e Celso di Montechiaro, San Lorenzo di Montiglio e San Lorenzo di Tigliole.

Nei secoli compresi tra il Medioevo e l'età moderna, la fertilità delle terre e la favorevole posizione al centro delle vie di comunicazione tra il Mar Ligure e la Pianura Padana, fecero del Monferrato una regione contesa e divisa, portando alla costruzione di innumerevoli castelli. Tra Ottocento e primi del Novecento, molti vennero restaurati o ricostruiti in stile medievale, secondo una moda tipica del tempo; nella mappa vengono indicati, tra i principali, quelli ancora in buone condizioni. Quasi tutti sono di proprietà privata per cui la visita si deve spesso limitare alle visite esterne. Tra questi si segnalano il castello di Cortanze, ora albergo e centro congressi, e quelli di Montemagno, Piea, Moncucco, Montiglio e San Martino Alfieri.

Tra le eccellenze del territorio si contano anche numerose chiese barocche: la Parrocchiale di Piovà Massaia è la più importante, ma è possibile ammirarne di imponenti e bellissime nei numerosi borghi “con castello assente”, centri sviluppatisi intorno a un castello, poi distrutto e non più ricostruito.

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